Ed ecco un altro libro dello scrittore Clive Cussler. “Enigma” ci parla di un biplano della Grande Guerra, un carico di droga ed una lunga caccia sopra e sotto le acque del Mediterraneo.
La pagina 101:
Il formaggio, penso Gunn: Pitt chiamava “formaggio” quel maledetto pallone. Chi avrebbe pensato che volesse un pallone quando aveva chiesto se a bordo della First Attempt c’erano apparecchiature metereologiche? Adesso il maledetto pallone dondolava nel cielo con una carica di cinquanta chili d’esplosivo provenienti dal laboratorio sismico. Gunn scrutò la grande sfera argentea e la carica letale che ne penzolava. Il cavo che tratteneva il pallone frenato e il filo elettrico collegato all’esplosivo si estendevano in altezza per duecentocinquanta metri, a una distanza di centoventi metri dietro la poppa: in totale, una distanza pari a quattro campi da football. Scosse la testa. Era un’ironia del destino che la carica esplosiva, usata normalmente per produrre onde d’urto subacqueee e analizzare il fondo marino, fosse impiegata per strappare dal cielo un aereo.
Il rombo del motore diventò più forte e per un attimo Pitt pensò che si gettasse in picchiata contro la nave; poi si accorse che l’angolo della discesa era troppo lento. Il pilota si preparava ad attaccare il pallone. Pitt si alzò per vedere meglio, sebbene sapesse di costituire un bersaglio scoperto. Il motore emise un ringhio acuto, i mirini delle mitragliatrici puntarono verso il pallone immobile sopra il mare scintillante. Non vi furono esitazioni o indugi. Le ali gialle brillavano nel sole e mascheravano i lampi delle due mitragliatrici. Il crepitare delle raffiche e il sibilo dei proiettili segnalarono l’inizio dell’attacco.
Il nylon gommato del pallone pieno d’elio trmò sotto la raffica. Ondeggiò, poi si raggrinzì come una prugna secca e si afflosciò verso il mare. L’Albatros giallo lo sorvolò per puntare verso la First Attempt.
“Vai!” gridò Pitt, e si buttò bocconi sul ponte.
Gunn girò l’interruttore.
L’istante che seguì parve protrarsi all’infinito. Poi vi fu un’esplosione gigantesca che squassò la nave dalla chiglia all’albero. Il silenzio del mattino fu schiantato da un rumore violento, come se un uragano spaccasse mille finestre. Nel cielo una torre di fumo denso e di fiamme turbinava in una massa enorme arancio e nera. Lo spostamento d’aria dell’esplosione lasciò Pitt e Gunn senza fiato e schiacciò gli organi interni contro le spine dorsali come un colpo d’ariete.