C’è tutta una serie di cose che noi che viviamo comodamente sulla Terra diamo per scontate ma che rappresentano un grosso problema, o quanto meno un fastidio, per chi vive nello spazio (leggi: gli astronauti della ISS).
Alcuni di questi fastidi, o almeno i più curiosi dal mio punto di vista, riguardano l’igiene intima. Vi siete mai chiesti come fa la doccia un astronauta? O come va in bagno?
Partiamo fissando un concetto: nello spazio si vive in assenza di gravità, e quindi i nostri corpi così come ogni oggetto che non è fissato in qualche modo, fluttua nello spazio perchè manca quella forza che ci spinge verso il basso.
Cosa accadrebbe quindi se in tali condizioni aprissimo la maniglia della doccia? O peggio ancora se ci scapparre la pipì?
A queste domande subito dopo il break troveremo una risposta, anche in virtù degli ultimi sviluppi che hanno portato sulla ISS nuove tecnologie (vai Piero attacca con il SuperQuaaark!)
Partiamo dalla doccia, come si lavano gli astronauti?
A bordo della ISS c’è un “rack” (un modulo ideato ad uno scopo ben preciso) apposito che è simile a quello riportato nella seguente foto:
All’apparenza sembra molto simile ad una doccia normale. La procedura però vuole che dopo essersi chiusi all’interno del rack si indossi una maschera, questo per prevenire che si inali involontariamente dell’acqua e quindi si previene la possibilità di un soffocamento. Questo perchè essendo in assenza di gravità l’acqua non scorre lungo il corpo di chi ne fa uso ma viene spruzzata ovunque all’interno della cabina. Una volta terminata l’esigenza dell’acqua, e prima di uscire (dal momento che ci saranno goccioline d’acqua ovunque) si aziona una sorta di pompa aspirante che risucchia tutta l’acqua in circolazione.
Data la scomodità della procedura spesso si ricorrere anche a degli asciugamani appositamente bagnati, inoltre si fa uso di speciali shampoo che non richiedono l’uso di acqua, e per una sua applicazione migliore spesso alcuni astronauti scelgono di tenere appositamente una capigliatura corta.
Ora invece passiamo al secondo argomento…
Come si fa quando si ha esigenza di usare il water?
Questo è il secondo problema, e partiamo subito con il dire che anche qui la “strumentazione di bordo” è più o meno simile a quella terrestre, ma con alcune differenze sostanziali.
Il problema è sempre lo stesso: l’assenza di gravità, come risolverlo quindi? Sia sugli Space Shuttle che sulla ISS troviamo il medesimo rack. Ecco allora l’immagine di un rack per la toilette:
L’aspetto forse più curioso sta nel fatto che un astronauta per poter andare di corpo una volta che si trova nello spazio, si deve allenare già da quando è ancora sulla Terra.
Innanzitutto ci sono delle cinchie sul pavimento e delle barre ad altezza coscia che permetto all’astronauta di restare fermo sul bersaglio. Una volta seduti, si attiva un riflusso negativo (una sorta di effetto sotto-vuoto) che garantisce un’ottima aderenza del corpo con il w.c. A poca distanza ci sono dei recipienti che mettono a disposizione delle salviettine umide o secche e un “cestino” dove riporle. Qui entra poi in gioco lo scarico che non sarà più ad acqua ma ad aria.
Per quanto riguarda le urine invece , c’è un tubo apposito per la loro raccolta.
Qui vado ad inserire due video molto simpatici tratti da YouTube che mostrano e spiegano un pò come avviene il tutto, aggiungendo anche qualche altro particolare (purtroppo sono in inglese)
[youtube HUe2HcFUPSo]
[youtube 0bYFRzNruJc]
Infine occorre fare una differenziazione sulla destinazione che il rifiuto finale avrà, a seconda che si parli di Space Shuttle o di ISS. Mentre infatti sullo Space Shuttle i rifiuti solidi vengono immagazzinati e compressati a bordo per poi essere estratti una volta a terra, sulla ISS le urine vengono spedite nello spazio o talvolta utilizzate per raffreddare le componenti elettriche.
In merito a quest’ultimo argomento, proprio durante l’ultima missione spaziale dello Shuttle Endeavour sta per essere introdotta un’interessante novità (foto a seguire)
Si tratta di un dispositivo che occupa ben 2 rack e che è stato studiato per cercare di recuperare dalle urine udite udite: dell’acqua potabile. Sebbene possa suonare disgustosa come cosa, è stato assicurato che se fatto in maniera ottimale l’acqua che ne deriverebbe sarebbe più potabile di quella che beviamo noi sulla Terra. Questo aspetto potrebbe diventare d’importanza cruciale in futuro (specie se pensiamo al prossimo raddoppio dell’equipaggio a bordo della ISS – da 3 a 6 astronauti), perchè permetterebbe un’autosufficienza maggiore e diminuirebbe sensibilmente l’ammontare delle scorte che ogni volta lo Shuttle deve traghettare alla ISS, con un abbattimento quindi anche dei relativi costi: basti pensare che per portare una pinta d’acqua fresca dalla Terra alla ISS costa ben 10.000 $.
Tuttavia l’acqua che verrà recuperata non la dovranno utilizzare specificatamente per dissetarsi, ma piuttosto sarà convogliata e combinata con altra acqua che servirà per la doccia, nel lavaggio a mano, così come per la creazione del vapore acqueo utilizzato all’interno della tuta spaziale.
Fonti:
Yesican-science – How to go to the Bathroom in Space
eHam.net – Six Months Without a Shower or Bath? No Problem, Astronaut Tells Youngsters
Ok… facciamo l’esperimento.. domani ti porto una bottiglia di pipì e tu ti lavi con quella.. haha
Scherzo.. articolo veramente interessante. effettivamente sembrano cavolate alla quale però la gente non sa rispondere.. geniale come al solito, bravo pitch…
Però immagina la scena.. tutti ai controlli e vedi uno stronzetto galleggiare per l’astronave.. chi è stato sta volta??? hahaha
RikyUnreal approved!!
Bravo Reloaded.
Ah, se ne volete sapere di più sul Water Recovery System, date un occhiata a questo video (sempre in inglese)
http://it.youtube.com/watch?v=OARqgiXsvNo
moooltooo interessante…
Nuovo video sull’argomento
http://www.youtube.com/watch?v=m1wwzwvfsC0
🙂
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