Ecco uno dei libri più attesi dell’ultimo anno, da quando il suo autore Paolini ci lasciò a bocca asciutta nell’attesa del terzo capitolo della serie che ci narra di cavalieri e draghi sull’orlo dell’estinzione ma uniti indissolubilmente da un legame sensoriale ed empatico. Mi riferisco a Brisingr, di cui potete leggerne l’estratto dopo il break.
La pagina 101:
Il nostro è un mondo crudele, pensò, e non sarò io a cambiare le cose… Gli elfi possono anche avere le loro ragioni per astenersi dalla carne, ma al momento io ne ho un gran bisogno. Non voglio sentirmi in colpa se le circostanze mi impongono questa scelta. non è un crimine assaporare un pò di pancetta o una trota o quello che si ha davanti.
Nonostante gli argomenti che trovava per giustificarla, l’idea continuava a disgustarlo. Per quasi mezz’ora rimase impalato dov’era, incapace di fare quello che la logica gli diceva essere necessario. Poi si accorse di quanto era tardi e si rimproverò di aver perso tempo: aveva bisogno di ogni minuto di riposo ancora a disposizione.
Facendosi forza, Eragon diffuse tentacoli di coscienza nel territorio circostante finchè non riconobbe due grosse lucertole e una colonia di roditori raggomitolati in una tana di sabbia: uno strano incrocio fra un ratto, un coniglio e uno scoiattolo. “Deyja” disse Eragon, e uccise le lucertole e uno dei roditori. Le creature morirono all’istante, senza soffrire, ma il giovane digrignò i denti nell’estinguere le luminose fiammelle delle loro menti.
Recuperò le lucertole con le sue mani, rovesciando i sassi sotto cui stavano nascoste, ma estrasse il roditore dalla sua tana con la magia. Fu attento a non svegliare gli altri animali mentre attirava il cadavere in superficie; gli sembrava crudele terorizzarli con la consapevolezza che un predatore invisibile poteva ucciderli anche nella tana più remota.
Sventrò, scuoiò e pulì le lucertole e il roditore, seppellendo i resti in una buca profonda per nasconderli ai mangiacarogne. Raccolse qualche sasso piatto e rotondo da disporre in circolo e accese un fuoco su cui cominciò ad arrostire la carne. Senza sale non poteva condire il cibo a dovere, ma alcune delle piante locali sprigionarono un gradevole aroma quando le sbriciolò fra le dita, le strofinò sulle carcasse e le infilò qua e là a ciuffetti.
Il roditore fu il primo a cuocere, essendo più piccolo delle lucertole. Eragon lo tolse dal fuoco e lo portò alla bocca. Fece una smorfia, e sarebbe rimasto paralizzato in una morsa di repulsione se non avesse dovuto occuparsi del fuoco e delle lucertole. Le due attività lo distrassero al punto che, senza pensarci, obbedì all’imperativo della fame e mangiò.
Mia moglie dice che non è un gran che questo capitolo della saga in confronto ai precedenti due.
… e poi non è l’ultimo della saga.
Semplicemente sublime!
Nuuuuuuu…non è l’ultimo allora? ma porc!!
Sai com’è, quando una cosa tira dei soldi è meglio “diluirla”, così quello che doveva essere l’ultimo libro si è scisso in 2.
😛
cavoli ti tocca aspettare altri due anni allora…