Siamo di fronte al remake di uno dei miei film preferiti realizzato ai tempi dello Schwarzenegger degli anni d’oro e che ormai non so per quale motivo non viene quasi mai trasmesso sulle TV generaliste. Atto di forza (1990) era un film da vedere e gustare perchè come spesso accadeva in quegli anni ti permetteva di viaggiare con la mente in altri tempi così come in altri posti.
Come di consueto la recensione in questione non è consigliata a chi non ha ancora visto il film, mentre se l’hai fatto allora non andartene senza aver prima espresso la tua opinione nei commenti.
Il remake del 2012 che vede come interprete principale Colin Farrell, un attore che difficilmente riesco a non farmelo piacere, e un binomio di gnocca rappresentato dalla bella quanto inespressiva Jessica Biel e la cazzutissima Kate Beckinsale, ne stravolge in parte l’evolversi degli eventi e di conseguenza non aspettatevi che la trama combaci.
La storia ci parla di uno scenario post apocalittico nel quale a seguito di guerre e chissà quali altri cazzi amari sono rimasti solo un territorio filo-inglese e l’australia a fare la parte della colonia, tutto il resto è zona invivibile e per andare da un territorio all’altro l’autore del film al posto di inventarsi navette spaziali ha pensato bene di trapassare la terra fino al nucleo e creare un bel trenino con tanto di pendolari. Personalmente avendo già provato l’Oblivion di Alton Towers penso proprio che sarei preparato anche per questo “The Fall”.
Gli scenari sono ben realizzati, anche se non si capisce con quale sistema si siano creati dei condomini apparentemente sospesi per aria per cui se un giorno di sfiga scivoli dal marciapiede rischi di farti 300 metri di caduta libera, o peggio ancora se stendi le mutande e metti male la molletta chi le ritrova più… non potrei vivere in un mondo dove rischi di perdere le mutante tutti i giorni; anche l’atmosfera rende bene l’idea di un mondo marcio e con poche prospettive e ci risparmia la tamarraggine che era tipica del film originale, ad eccezione della tipa a 3 tette: semplicemente immancabile.
L’inizio è di per se molto simile: Doug Quaid (ovvero Colin Farrell), è paranoico e complessato e sebbene si spupazzi Kate Beckinsale decide che vuole farsi un giretto perlustrativo alla Rekall per impiantarsi un ricordo nuovo, più figo, e tra la miriade di possibilità guarda caso sceglie di voler fare proprio la spia. Ovviamente l’impianto va bellamente a farsi friggere dal momento che è incompatibile con l’innesto precedentemente impiantatogli senza che lui se ne ricordasse, e di punto in bianco si ritrova a vestire i panni di un personaggio che sembra essere la somma di tutti gli 007 e i Jason Bourne messi insieme, però c’è un problema: la sua finta moglie è pure più cazzuta di lui e allora inizia una caccia senza sosta tra i due continenti.
Durante il viaggio incontrerà quella che era la sua ragazza (Jessica Biel) prima che gli facessero dimenticare tutto, e non mancheranno alcuni siparietti comici tra le due protagoniste femminili. Tra le due però onestamente non si può non apprezzare la tenacia della bella Kate mentre il personaggio di Jessica Biel appare un po’ più inconsistente.
Nel suo evolversi appare chiaro che qui la storia è ben diversa dal primo film: di Marte non ve n’è traccia se non in una citazione, e da metà film in poi mi sembra di sapere già come andrà a finire il tutto, se non fosse per alcuni particolari che sviano inutilmente l’attenzione: questa fantomatica “chiave”, qualcuno ha capito che senso abbia? E’ un particolare a cui a mio avviso è stata data fin troppa importanza, specialmente visto con gli occhi di chi avendo bene in mente il film originale si aspetta un finale rivoluzionario, cosa che qui invece non accadrà.
Di fatto è questo il problema del film: sebbene scorra via bene e mantenga vivo l’interesse, lo scopo ultimo del personaggio di Hauser (vero nome di Doug Quaid) sembra impalpabile se comparato con il vero “atto di forza” che Schwarzenegger veniva chiamato a compiere nel suo finale. Disattivare qualche robottino non è esattamente come rendere un pianeta respirabile grazie a tecnologia aliena.
Tutto sommato comunque Total Recall è un film decisamente da consigliare, a patto che non ci si aspetti un remake perfetto del film originale.