In economia mi è sempre stato insegnato che chi arriva per primo in un mercato, ottiene poi dei vantaggi competitivi che durano nel tempo. Evidentemente però per Nike non è stato cosi con la sua gamma di prodotti hi-tech della serie wearable.
Mi riferisco a Nike+ e Fuelband, per i quali Nike ha deciso all’improvviso di fermarne la produzione.
Nike+ e Fuelband non hanno mai brillato di un successo esagerato, ma sono stati i primi esempi anche molto in anticipo coi tempi di tecnologia indossabile. L’anno in cui i wearable esploderanno però (2014-2015) Nike non sarà della partita. Non c’è una motivazione ufficiale in relazione a questa decisione, ma molto probabilmente ha sentito una forte pressione derivante dai nuovi competitor che hanno presentato negli ultimi mesi le loro proposte. Uno su tutti ancora una volta Samsung con il suo GearFit che sta riscuotendo un enorme successo all’estero ed è da poco disponibile anche da noi (e poi diciamocelo: è veramente figo!), ma oltre a questo ci sono imprese più piccole nate anche da progetti molto interessanti presentati su Kickstarter come Jawbone e Fitbit.
Un’altra possibile motivazione potrebbe essere data nel fatto che Tim Cook risiede nel consiglio di amministrazione di Nike: attendiamo ormai da anni lo smartwatch Apple e potrebbe benissimo essere che vi siano degli accordi di partnership tra i due marchi che vede Nike impegnata più sul software che su tutto il resto.
Comunque vada è chiaro che la decisione creerà un forte scontento in chi quei prodotti li ha sempre utilizzati, ma a mio modo di vedere Nike è stata lungimirante: non avendo mai sviluppato in maniera esagerata i suoi prodotti che grosso modo offrivano sempre le stesse funzioni, ha capito che questo settore si saturerà decisamente troppo in fretta nel corso del prossimo anno con soluzioni che tutto sommato sono anche più complete di quanto lei stessa abbia mai fatto.