Il caso di Bonnie e Clyde, raccontato però dalla parte della giustizia
La storia di Bonnie e Clyde è stata ripresa più volte dal cinema enfatizzando molto spesso il lato romantico della loro relazione come in Gangster Story (1967).
Ma Highwaymen ci pone in un’ottica diversa: ci mostra la gang Barrow dal punto di vista di chi gli ha dato la caccia ovvero il ranger del Texas Frank Hamer (Kevin Costner) aiutato dal suo amico e collega Maney Gault (Woody Harrelson).
Questo cambio di visione è fondamentale perchè permette alla regia di John Lee Hancock di porre una notevole attenzione sul giudizio dell’opinione pubblica.
Negli anni della grande depressione americana infatti, anche per via di una stampa un po’ distratta, Bonnie e Clyde divennero dei beniamini nonchè il volto della lotta alle banche.
Ma il film punta a concentrare i suoi sforzi nel far comprendere come i due criminali nonostante la popolarità acquisita fossero estremamente pericolosi e pronti a tutto, e lo fa anche con un uso sapiente delle inquadrature che non danno mai un volto (se non nel finale) ai due gangster.
Hamer, un texas ranger prossimo alla pensione, viene così ingaggiato per mettersi sulle loro tracce e la sua determinazione unita all’esperienza gli permetteranno di avvicinarsi sempre di più fino al momento finale che porterà ad una scena capace di colpire con violenza lo spettatore.
Poco importa se la caccia all’uomo soffra di una certa monotonia o del ripetersi di alcune scene, o se i due ranger da uomini quasi incapaci di impugnare un’arma come vengono dipinti all’inizio tornano ad essere in men che non si dica i segugi di un tempo.
Il film merita la visione per l’interpretazione encomiabile del duo Costner e Harrelson, e per una sceneggiatura capace di catapultarci nella povertà dell’America degli anni 30.
La cattura di Bonnie e Clyde rappresenta un elemento importante nella storia della polizia americana: da lì in poi inizierà il declino di quelli che venivano considerati “Nemico pubblico”, l’FBI e la tecnologia prenderanno sempre più piede a livello investigativo ed i Texas Ranger torneranno in sevizio grazie all’ottima condotta di Hamer (senza di lui non avremmo mai avuto Walter Texas Ranger, e quindi il mito di Chuck Norris).
Questo, insieme a The Dirt recensito anch’esso oggi, sono i primi due film prodotti da Netflix che posso dire per la prima volta di essermi davvero gustato… anche se per motivi diametralmente opposti.