Il mondo dietro di te: recensione dell’ennesimo flop targato Netflix

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Ancora una volta un film Netflix che fa di un trailer interessante un film mediocre sotto diversi punti di vista, il primo fra tutti la scelta del titolo italiano

Il mondo dietro di te, laddove il titolo originale del libro e di conseguenza della sua trasposizione cinematografica è “Leave the world behind” è l’esempio perfetto di come l’insensatezza di una traduzione (perchè il senso del titolo in inglese è molto più significativo) traspare poi nella visione di un film che deve il 90% della sua drammaticità alla colonna sonora capace di trasmettere un certo senso di inquietudine.

Ma se poi ci soffermiamo a valutare quanto visto, il voto finale non raggiunge la sufficienza.

Il mondo dietro di te racconta la storia (attenzione spoiler) di una famiglia americana benestante che va per qualche giorno in vacanza fuori città e dopo un paio di avvenimenti alquanto atipici si ritrova ad ospitare i proprietari della casa presa in affitto arrivati in cerca di un posto sicuro.

Nel film vengono stigmatizzati in maniera piuttosto eclatante 3 tipologie di cittadini americani:

  • il bianco ricco con un probabile senso di razzismo interiorizzato che vive nel sospetto ed ha un approccio molto chiuso verso l’estraneo
  • il nero che cerca la collaborazione il quale però fatica a fidarsi al 100% degli altri, specialmente se bianchi
  • il bianco di periferia già abituato in un certo senso all’isolamento e per questo complottista di sua natura

Il film prosegue nel cercare una qualsiasi forma di interazione tra Julia Roberts (la bianca sospettosa) e Maheshala Ali (il nero collaborativo), tra un disastro apocalittico di natura umana (aerei che si schiantano, Tesla autoguidate verso il suicidio,…) ed una qualsiasi avvisaglia della natura che ti fa capire che l’apocalisse è più vicina.

E qui la confusione aumenta perchè lo spettatore non sa più cosa pensare: attacco terroristico o fine del mondo?

Nel primo caso, quello dell’attacco terroristico: che senso ha far vedere le inquadrature della Terra vista dalla Luna e l’insistere in maniera così evidente sui movimenti migratori degli animali?

Nel secondo caso invece, fine del mondo per natura non umana: come giustificare le Tesla impazzite o la barca che si arena?

Una causa esclude l’altra, o comunque è impossibile considerarle così in relazione tra loro in quel momento specifico.

E poi c’è un altro aspetto che fa venire ancor più il nervoso: dove cazzo sono finiti tutti gli abitanti?? Ok siamo fuori città ma tutte le case sono disabitate ad eccezione di quella del complottista impersonato da Kevin Bacon, e non esistono esercizi commerciali? Dai… un po’ di serietà!

Comunque tra un sospetto e l’altro, Julia e Maheshala, iniziano a raccontarsi a vicenda arrivando perfino ad un triste quanto immotivato inciucio: lei ha il marito li in giro, lui non sa se la moglie sia viva oppure no… ma perchè cazzo dovevano flirtare?

Poi arriva il bel risveglio mattutino tra la figlia scomparsa ed il figlio che perde i denti, e sebbene voglio soprassedere su quest’ultimo vale invece la pena dire due parole sulla figlia che si nasconde in una casa in cui non si sa per quale particolare sensazione ma “ci voleva andare” e li dopo aver fatto una colazione a base di schifezze trova casualmente il bunker antiatomico dove può finalmente realizzare il sogno di vedere il finale di Friends.

Caaaaaazzzoooooooo

Non fraintendetemi ho potenzialmente apprezzato questa scena perchè ci mostra le priorità di un adolescente che trovandosi all’interno di un potenziale luogo sicuro per tutti i protagonisti decide di evadere con la mente e concentrarsi solo sulla sua passione più grande. Ma ancora una volta è una scena che interrompe quel minimo di pathos che stava incalzano sul finale.

Il mondo dietro di te poteva andare benissimo come episodio 0 di una mini serie che desse il tempo allo spettatore di conoscere meglio i fatti accaduti.

Cosi invece rimane solo un film capace di farti capire quanto può essere devastante sulle nostre vite l’improvvisa assenza della tecnologia, rimanendo però un film mediocre.

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