Google ha da poco introdotto due novità molto importanti che riguardano il motore di ricerca e l’utilizzo di Gmail.
- La prima è l’introduzione in Gmail del filtro della Posta Prioritaria. Gmail già di suo dispone di un filtro antispam che funziona piuttosto bene, ma questa nuova funzione si potrebbe definire come un filtro per le “e-mails particolarmente desiderate”. Richiede un certo tempo di apprendimento, nella fase iniziale infatti Google spesso propone come “Importanti” e-mails che in realtà non lo sono affatto ed è qui che è importante che noi spendiamo quella manciata di secondi necessaria ad istruirlo. Questa funzione quindi la giudico particolarmente utile, specie se giornalmente si ricevono diverse e-mails da più fonti. Per attivarla, se ancora non l’hai fatto, prova a controllare nella parte alta della finestra di gmail una volta fatto il login, dovresti avere un avviso informativo.
- La seconda novità, presentata giusto ieri, si chiama Google Instant. Durante la presentazione Google ha sottolineato come giornamente vengano smistate miliardi di ricerche, e la velocità con cui Google offre i risultati delle ricerche è variabile, ottenendo una media a livello mondiale di 15 secondi. L’obiettivo di Google Instant è quello di ridurre questo tempo medio: come? In pratica Google Instant è, almeno per il momento, un servizio abilitato agli utenti che sono collegati con il proprio profilo Google e permette di ottenere dei risultati in tempo reale man mano che si digita. Non si tratta dei suggerimenti che appaiono sotto forma di finestra contestuale, ma dei veri e propri risultati. Provarlo è già possibile, basta disporre di un account Google e iniziare la ricerca dopo essersi loggati.
Sebbene Google Instant è molto più scenografico come effetto in quanto è davvero impressionante vedere la velocità con la quale propone i risultati semplicemente alla pressione del tasto successivo, a me ha dato l’impressione che la sua utilità, in una ricerca poco elaboriosa, sia inferiore al reale bisogno in quanto per ottenere i risultati comunque occorre arrivare ad un buon punto delle propria chiave di ricerca…quindi al massimo si evita di digitare due o 3 caratteri. In ricerche complesse invece, permette a mio avviso all’utente di capire se la ricerca che sta effettuando con quelle parole sta fornendo risultati che vanno nel senso giusto oppure è necessario correggere il tiro.
Non capisco come mai, ma non mi funziona.