Immaginate che vi sparano alla testa mentre siete al telefono, e diventate tutto ad un tratto l’equivalente potenziato del personaggio di Micah tratto dalla serie tv Heroes: non vale forse la pena farsi sparare anche al braccio mentre si impugna un martello per vedere se diventi Thor?
L’idea alla base del film iBoy, una produzione Netflix che recentemente è pubblicizzata nelle nostre bacheche e che trae ispirazione dall’omonimo libro di Kevin Brooks, è una cavolata pazzesca: mi sparano, sopravvivo ma mi rimane un frammento di cellulare conficcato nel cranio e per questo posso vedere ed interagire con tutte le apparecchiature elettroniche. Fighissimo quanto assurdo è il riepilogo del film, che serve a passare un’oretta e mezza a dire “certo certo, sparala ancora più grossa”.
Sufficienti gli attori, fa piacere vedere Maisie Williams nei panni di qualcuno che non sia un personaggio di Game of Thrones ma questo ci ricorda anche che forse è ora che ci ritorni perchè sono in crisi d’astinenza ormai da troppo tempo, e la trama tutto sommato non è da buttare per il semplice motivo che se la riduciamo all’osso e la analizziamo a grandi linee scopriamo che ha molti elementi in comune con un super eroe qualsiasi come può essere ad esempio Spiderman, solo che decisamente risulta essere poco realistica specialmente se ambientata ai giorni nostri e posta in questi termini dove non si spiega in alcun modo quale possa essere stato quel fattore che lo rende così speciale: si certo un pezzetto di cellulare ma… che marca e modello? Così lo vado a comprare e me lo attacco con il biadesivo all’orecchio destro!