Dune è un grande classico della fantascienza, da cui è scaturito un film e una mini serie televisiva (sebbene non di fattura eccellente, ma gli effetti speciali erano ancora agli albori). Scritto da Frank Herbert nel 1965, il romanzo ha ispirato tra gli altri anche George Lucas per quanto riguarda Guerre Stellari, e racconta le vicissitudini del pianeta Arrakis (noto anche come Dune): una landa desertica e inospitale nonchè unica fonte di raccolta della Spezia, sostanza a cui ruota intorno tutta la struttura simil feudale della società galattica.
Dune diede origine al “Ciclo di Dune“, andando a costituire così un totale di 6 romanzi.
Ed ora la pagina 101:
“Ma noi possiamo portare molta acqua. Non intendiamo restar fuori a lungo, e comunque avremo una copertura aerea…la scorta che vedete sopra di noi in questo momento. E’ poco probabile che ci costringano ad atterrare.”
Kynes lo fissò. Considerò lo strato di carne, ricco d’acqua, che fasciava il corpo di quell’uomo, e disse, gelido:”Non si parla mai di probabilità, su Arrakis, ma soltanto di possibilità”
Halleck s’irrigidì “Rivolgetevi al Duca dicendo ‘Mio Signore’!”
Leto gli’indirizzò il suo gesto personale intimandogli di smetterla. “Noi siamo nuovi, qui, Gurney. Dobbiamo fare delle concessioni”
“Come volete, Signore”
“Vi siamo molto obbligati, dottor Kynes” continuò Leto “Non dimenticheremo questi abiti e il vostro vivo interesse per la nostra sicurezza”
Impulsivamente, Paul citò la Bibbia Cattolica Orangista: “Il dono è la benedizione del donatore”
Le parole risuonarono alte nell’aria immobile. I Fremen che Kynes aveva lasciato all’ombra dell’edificio amministrativo si riscossero e balzarono in piedi, bisbigliando eccitati. Uno di essi gridò “Lisan al-Gaib!”
Kynes si girò di scatto e li respinse con un gesto imperativo della mano. I Fremen tornarono indietro mormorando tra loro e si accovacciarono nuovamente nell’ombra.
“Molto interessante” disse Leto.
Kynes fissò duramente il Duca e suo figlio “Molti dei nativi del deserto sono superstiziosi” disse “Non dovete badare a quel che dicono. Non sono pericolosi.”
Ma ripensò alle parole della leggenda “Ti daranno il benvenuto con le sacre parole e i tuoi doni saranno una benedizione”.
Il giudizio di Leto su Kynes, basato in parte sul breve rapporto a voce di Hawat (guardingo e molto sospettoso) si cristallizzò all’improvviso: quest’uomo è un Fremen. Kynes era arrivato con una scorta Fremen: questo poteva significare che i Fremen stavano mettendo alla prova la loro nuova libertà di entrare nelle aree urbane, ma la scorta sembrava piuttosto una guardia d’onore. E a giudicare dai suoi modi, Kynes doveva essere un uomo orgoglioso, abituato ad agire liberamente. Il suo linguaggio e i suoi modi erano tenuti a freno soltanto dai suoi sospetti. La domanda di Paul era stata diretta e pertinente.
Kynes era diventato in tutto e per tutto un abitante del pianeta.
“Non dobbiamo partire, signore?” chiese Halleck.
Il Duca annuì “Piloterò il mio ornitottero. Kynes può star seduto accanto a me, per guidarmi. Tu e Paul vi sistemerete sui sedili posteriori.”
“Un momento, per favore” interloquì Kynes “Col vostro permesso, Signore, devo controllare che le tute siano in ordine.”
Il Duca fece per replicare, ma Kynes insistette: “Mi preoccupo per la mia pelle quanto per la vostra, mio Signore. So perfettamente quale gola verrebbe tagliata, se dovesse accadervi qualcosa mentre siete affidati a me”.
Il Duca si accigliò, e pensò: E’ un momento delicato! Se rifiuto, potrei offernderlo e il planetolo potrebbe essere un uomo d’incomprensibile valore per me. E tuttavia, permettergli di penetrare il mio scuso, di toccare la mia persona, quando io so ancora così poco di lui…