mercoledì, 20 Novembre 2024
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Cosa si nasconde dietro a dollaro, euro e incremento del prezzo del petrolio?

petrolio e dollaro

Mi è appena arrivata un’e-mail che vi rigiro puntualmente aggiornando i dati ed ampliandola, per riflettere su una questione a cui noi tutti siamo interessati e alla quale sembra sempre più difficile trovare una soluzione:

perchè, nonostante il cambio euro-dollaro sia sempre più a nostro favore, continuiamo a pagare la benzina sempre più cara visto che il prezzo al barile del petrolio è valutato in dollari?

Nel 2000: 1 $ = 1.2 € e 1 barile di petrolio = 30 $ circa. Quindi 1 barile = 36 €

Oggi (29 maggio 2008): 1 $ = 0.64 € e 1 barile circa 130$. Quindi 1 barile = 83,2 €

Guardando le cifre si nota immediatamente che nel corso degli ultimi 8 anni l’oscillazione del prezzo in dollari è circa il doppio rispetto alla corrispettiva in euro, ma segue grosso modo la svalutazione monetaria del dollaro.

La crisi del petrolio non sembra cosi drammatica per chi vende la benzina e lo Stato che incassa le tasse, nè per l’Enel che aumenta le bollete, … ecc ….

Se qualcuno ha una risposta valida sarei lieto se rispondesse tra i commenti per poterla confrontare con quanto sto per dire.

Cercando in internet non è possibile trovare una risposta che mi soddisfi al 100%, per cui inizierò citandovi una vecchia frase di Henry Ford che a mio parere può essere attualizzata tranquillamente:

“E’ un bene che la gente non sappia come funziona il nostro sistema monetario. Perché, se così fosse, credo che ci sarebbe una rivoluzione entro domani mattina”

Quello che comunque mi viene da pensare è che l’economia americana è in forte calo, e questo fa si che il prezzo del petrolio espresso in dollari comprenda due effetti che ne provocano l’aumento. Uno è quello dell’aumento della domanda mentre l’altro è appunto quello della recessione USA, che non è però da collegarsi (o per lo meno non in termini assoluti) direttamente con il “peak oil” ovvero l’aumento reale del prezzo del petrolio. Questo perchè se il dollaro crollasse al punto che il greggio verrebbe a costare 500 $ al barile è impensabile immaginare che i paesi dell’euro non vengano compensati dal cambio di valuta. Quindi le due cose non sono correlabili al 100%. Forse il concetto lo potete comprendere meglio dalla prima immagine che trovate dopo il break.

In ogni caso comunque, sembra che noi europei dobbiamo sempre rassegnarci ed adeguarci di conseguenza: da una parte perchè stiamo a guardare la crisi americana e dall’altra perchè osserviamo impotenti l’aumento della domanda derivata dai paesi “emergenti” quali India e Cina.

Dopo il break riprendo la mia considerazione integrandola poi con un’altra diapositiva della quale non ci si dovrebbe stupire.

Come vi dicevo poco fa, in questa immagine si vede come l’incremento dei prezzi del petrolio espressi in $ è maggiore dell’incremento degli stessi espressi però in €: il tracciato blu è leggermente più inclinato di quello rosso. Questo conferma quindi che il cambio euro/dollaro a nostro favore non è del tutto ininfluente.

Andamento prezzi petrolio

In quest’altra immagine invece possiamo vedere, ma dovrebbe essere ormai cosa ben nota, come l’andamento dei prezzi sia stato fortemente influenzato nel tempo da alcuni fatti di cronaca interconnessi. Tra questi troviamo le due più importanti guerre degli ultimi anni che hanno tra l’altro permesso agli USA di essere padroni della situazione nonostante un dollaro sempre più debole.

Petrolio

Dato che questo è un blog che tratta di tecnologia, ecco l’angolo tecnologico: tra quanto tempo i Governi si convinceranno realmente ad incentivare la ricerca di tecnologie che sfruttino fonti energetiche rinnovabili? Va beh dai…la domanda suona quasi ridicola.

[Alcune delle fonti consultate | Ecoalfabeta | Ecoblog]

Paolo Colombo
Paolo Colombohttps://www.mytechnology.eu
Classe '81, appassionato di tecnologia e internet. Dal 29 marzo 2007 scrive quotidianamente con passione sul suo blog www.mytechnology.eu | .it articoli inerenti queste due tematiche. Ha una bellissima moglie e due figli adorabili, e passa le nottate scrivendo articoli e giocando online con i membri del clan EraseR che conosce da ben 20 anni.
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19 Commenti

  1. E’ veramente uno schifo come i telegiornali (e non solo loro) ci prendono per il culo pubblicamente parlando sempre in dollari!

    Purtroppo per avere una dittatura c’è bisogno di un popolo di ignoranti…e piano piano stiamo diventando così!

    Ci fanno credere di essere informati, ma ci fanno vedere e sentire SOLO quello che vogliono loro!

    Spero in una rivoluzione!!!

  2. Da non perdere di vista è il potere d’acquisto sul mercato dell’euro rispetto al dollaro. Infatti, dai dati riportati, si può notare che nel 2000 il potere d’acquisto dell’euro rispetto al dollaro è del -16,6%. Mentre nel 2008 è salito a +56,25%.

    Se confrontiamo il prezzo del barile tra dollaro e euro, notiamo che nel 2000 il valore del barile in dollari è il 16,6% in meno del corrispettivo in euro, mentre nel 2008 è il 56,25% in più.

    Questo significa che il valore di mercato di un barile non è diverso tra euro e dollaro.

  3. la cosa che mi lascia più sconvolto è il fatto che l’italiano medio non si ponga più domande da questo punto di vista. oltre che un problema monetario è anche un problema sociale ( mancanza di una cultura critica ) e informativo ( sei reti in mano a chi sta governando più le relative testate giornalistiche sono un buon motivo per credere nel pilotaggio delle news ). non credo comunque per ora ci siano alternative altrettanto valide ai combustibili fossili, ma penso che bisogna investire pian piano nelle tecnologie ora esistenti: pannelli solari, centrali alternative dove è economicamente conveniente, auto ibride, potenziamento del trasporto pubblico con una maggiore efficacia di servizio e appetibilità e istruzione. perchè alle elementari paghiamo un’ora di religione e non esiste un’ora di ecologia dove si possa insegnare tutto ciò ai bambini italiani? l’importanza del risparmio delle risorse e della raccolta differenziata? forse perchè dietro a tutto questo ci sono stati fino ad ora interessi personali che hanno prevalso su quelli comunitari, però ormai siamo vicini al tracollo. Spero solo in una presa di posizione intelligente da parte degli italiani, anche se dovuta al misero fatto di non riuscire a portare a casa la pagnotta a fine mese. L’unica soluzione è creare una coscienza pubblica sensibile a tutto questo, e ultimamente grazie alle ristrettezze economiche seconde me qualcosa si deve muovere. speriamo,

  4. Forse non mi sono spiegato bene o non è chiaro. Quello che voglio dire è che NON si può fare 130-83,2=11,2 !!. perchè il valore di 1 euro nel 2000 non è uguale al valore di un euro nel 2008 rispetto al dollaro. La quotazione di mercato è giusta (purtroppo)

  5. scusate, nella fretta ho sbagliato l’operazione. è 83,2 -72=11,2.
    Il significato non cambia.

  6. Si si riccardo avevo capito, la tua osservazione è giusta, io l’avevo messo solo per segnalare la discrepanza tra euro e dollaro, nel senso che se anche attualizzi (non mi viene il termine) l’euro comunque la differenza c’è

  7. Quello che dice Andrea, riguardo al problema sociale, è la realtà. Se compriamo 5 giornali differenti, troveremo la stessa notizia detta in 5 modi diversi.. benissimo ma qual’è quella vera?
    Tornando in campo tecnologico, proprio ieri ho sentito che si sta parlando di riportare il nucleare in Italia. Ovviamente l’Italia da un pò di tempo dice no, perchè non è abituata a “facciamo qualcosa che fra 10anni ci renderà qualcosa in più”, bensì noi siamo quelli del “tutto e subito”. E’ normale che poi gli altri paesi europei ci superino. Si parla comunque di una fonte energetia che si, costa tantissimo, ma che un approviggionamento energetico su cui non si scherza..Pensiamoci bene..

  8. Il problema delle centrali nucleari non è che non si possono spegnere. Non è che da un giorno all’altro puoi spegnere il nocciolo. Quello rimane attivo. Non penserai che la centrale spenta in italia sia veramente spenta!?. Quindi il problema fondamentale, che è quello che stanno avendo tutti i paesi che hanno centrali nucleari è il costo assai maggiore che ci si ritrova ad avere per la manutenzione delle centrali e lo smaltimento dei rifuiti che oggi non sa nessuno come fare ma è tutto provvisorio. Inoltre una volta cominciata la produzione di radioattivo non esci piu.

  9. quindi il costo del nucleare non diminusce annullando i costi iniziali. ma aumenta. questo è un dato di fatto che chi ha interesse e profitto nel nucleare non dice, ma chi si si informa sa.

  10. Vero, ogni volta che si cerca di discutere di un problema, così come accade durante le elezioni politiche ognuno esprime la propria versione dei fatti e l’ascoltatore non è mai in grado di capire dove sia la verità e dove la menzogna…

    Riguardo al nucleare il discorso è sempre lo stesso, penso che anche 20 anni fa ci fosse il problema delle scorte più o meno così come c’è oggi (forse oggi leggermente meno)…la scelta fatta allora però ci ha veramente costretti all’angolo.

    Il fatto è che comunque noi ci serviamo per l’80% del nostro fabbisogno dell’energia prodotta dalle centrali nucleari in Francia non è che facciamo uso di altre fonti energetiche più pulite.
    Quindi a questo punto non volere le centrali nucleari italiane mi ricorda la campania che non vuole i termovalorizzatori nella propria regione: cioè si vuol godere dei benefici di una cosa senza però prendersi responsabilità reali, e allora non dobbiamo nemmeno lamentarci se le prossime bollette saliranno alle stelle.

  11. Avete perfettamente ragione sui costi e sulle scorie, tanto che leggevo un articolo in cui si parla appunto del fatto che dopo aver spento le centrali nucleari in italia, ci sono ancora scorie che non si sanno dove mettere. L’unica cosa che mi lascia perplesso è appunto il fatto di dire dalla Francia si, ma in Italia no. L’unica cosa a vantaggio degli altri paesi che hanno il nucleare è che quei costi li corpono vendondo energia a chi non ne produce (es. la francia li copre vendendo all’Italia e non solo).

  12. hai perfettamente ragione, effettivamente si vede anche dal secondo grafico.

    Ho rieditato un pò il discorso: diciamo che le conclusioni che si possono trarre dai “calcoli” sono meno allarmanti ma bisognerebbe farne di più minuziosi, nel senso che comunque il rapporto dollaro-euro rimane abbastanza elevato, ma segue già di più la tendenza che ha segnato la perdita al cambio del dollaro.

    Resta poi valida e anzi, assume secondo me ancor più importanza, l’esigenza di differenziare l’effetto della svalutazione del dollaro con quello della crescita della domanda.

    Spero di essermi fatto capire…è mezzanotte passata quindi abbiate pietà 😀

  13. è vero che importiamo energia nucleare, ma sarebbe sbagliato rimpiazzarla da altro nucleare!

    Non pensate che i costi saranno coperti dall’esportazione dell’energia in più!!!
    per un semplice motivo: chi la acquisterebbe???
    al nord sono a posto e per il resto siamo circondati dal mare!

  14. La cosa su cui sono d’accordo anche io è che nascondere le scorie in fondo ai mari/oceani è forse la soluzione potenzialmente più pericolosa perchè se in futuro succedesse qualcosa per cui le scorie vengono liberate…chi le controlla le correnti marine?

  15. Io credo che come minacciato, dietro questa crisi ci sia la mano strategica di Ben Laden, l’attacco all’America e all’Europa minacciato è questo. Ci sta riuscendo molto bene.
    Non dimentichiamo che la famiglia è una delle più ricche dell’arabia nel campo petrolifero.
    Grazie

  16. ” Questo perchè se il dollaro crollasse al punto che il greggio costerebbe 500 $ al barile ” Forse si dice costasse,imparate l’italiano,il congiuntivo per cortesia quanddo scrivete di massimi sistemi economici.Comunque il petrolio ci costa tanto perché il petrolio é il modo per le grandi potenze di prelevare denaro all’europa.Poi con questo denaro nostro queste potenze si comprano i nostri governi e ci usano come colonie e basi militari.il potere é sempre nelle mani di chi riesce attraverso gli eserciti a tenere sotto controllo i territori ricchi di materie prime,a quel punto é monopolista e ne decide il prezzo a seconda di quali sono le sue esigenze.

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